Sicuramente la branca più affascinante e misteriosa della psicologia è quella che viene definita psicogenealogia. Nata nel secolo scorso, si è posta delle domande importantissime riguardo all’essenza individuale dell’uomo. Cos’è l’uomo in quanto individuo se porta in sé i retaggi di quanto è accaduto ai propri antenati? L’approccio transgenerazionale, infatti, metteva in evidenza la stretta correlazione tra il singolo individuo e la collettività dei propri avi.

A un certo punto della storia della psicologia, l’approccio transgenerazionale svelò un mondo nascosto che demoliva le finte separazioni fra entità umane individuali. Qui non si trattava di un semplice cambio di paradigma verso l’accettazione magari della dottrina della trasmigrazione delle anime. Anche l’accettare la reincarnazione presupponeva sempre un percorso “individuale” poiché l’anima si evolveva sì passando da un corpo ad un altro, ma attraverso una strada sempre individuale. Il percorso di evoluzione rimaneva ancora nell’ambito di una singola entità in viaggio lungo la strada della vita. Con la psicogenealogia si approdò a un mondo astrale costruito non più sull’individualità ma sulla collettività in quanto sembrava esserci una comunione indissolubile dell’anima umana con i propri antenati e non solo con gli altri contenitori che quest’anima aveva avuto nel passato, come indicava la reincarnazione.

Furono due psicoanalisti freudiani di origine ungherese, Nicolas Abraham e Maria Torok, che scoprirono negli individui dei traumi e delle fobie, apparentemente senza significato, che appartenevano agli antenati provenienti dalla loro stessa linea genealogica. Fu Anne Ancelin Schuetzenberger, professore emerito di psicologia all’Università di Nizza e co-fondatrice dell’Associazione Internazionale di Psicoterapia di Gruppo che divulgò i lavori dei due psicoanalisti ungheresi sviluppando maggiormente la tecnica del genosociogramma che consiste nel disegnare il comune albero genealogico ma, questa volta, arricchito dagli avvenimenti sociali e individuali accaduti ai propri antenati. Nel fare questo sono importanti le date in cui questi eventi si verificarono. L’ipotesi comprovata è che le date in cui gli antenati vivevano storie felici o tristi della loro vita, quali matrimoni, fidanzamenti oppure incidenti o perdite economiche, si ripetevano nelle generazioni successive attraverso la ripetizione delle stesse date. È quella che la Schuetzenberger chiama sindrome dell’anniversario. Scoprì che le date degli eventi accaduti agli antenati di un soggetto si ripetevano anche a distanza di cinque generazioni.

Altri concetti importanti della psicogenealogia sono la cripta e il fantasma. Quando l’individuo, ad esempio, per ragioni di vergogna o di necessità deve occultare e tenere per sé un segreto inviolabile, tale segreto si nasconde in una zona segreta del proprio cuore, definita appunto “cripta”. Questa cripta è una zona occultata all’interno della psiche umana che nasconde un segreto indicibile. Se l’individuo porterà per tutta la sua vita questo segreto con sé, tale cripta si trasferirà ai discendenti. Si creerà, quindi, una sorta di inconscio artificiale all’interno della persona che incorporerà il non-detto dell’antenato che ha dovuto nascondere qualcosa di vergognoso o inconfessabile.

Da qui si approda al concetto di “fantasma” che è una formazione dell’inconscio che passa da generazione a generazione e ha la particolarità di non essere mai stata cosciente. Essa consiste nel lavoro nell’inconscio del segreto inconfessabile di un proprio antenato, un crimine, una nascita illegittima, un incesto o quant’altro. Il fantasma perdura sino a quando un discendente ha la capacità di portare alla luce il non-detto del proprio antenato liberandolo dal peso del segreto che si portava all’interno.

Personalmente, da un punto di vista magico, credo che, nel fantasma e nella cripta accada questo. Il segreto inconfessabile di un individuo viene trasferito al Grande Agente Magico (l’etere degli antichi o il Grande Campo della fisica quantistica) creando una bolla di fluido astrale che incista un’energia non espressa. Per la legge magica dell’analogia, questo grumo di fluido astrale viene trasferito nell’individuo sulla stessa linea del progenitore per ovvia e diretta volontà dell’antenato che ha il bisogno di risolvere il proprio trauma conflittuale anche dopo la morte e interagisce, in maniera indiretta, con il discendente. Un po’ come accade con gli elementali. L’energia del fluido astrale è diretta da volontà e intelligenze ben precise. L’inconscio artificiale di cui parlano i due psicologi ungheresi possiede all’interno la volontà dell’antenato perché la volontà, a livello magico, dà forma al fluido astrale e mantiene coesa l’energia. Ecco perché anche a distanza di cinque generazioni il fantasma è ancora in vita.

Ovviamente le date che si ripetono nella sindrome da anniversario rappresentano la modalità primaria attraverso cui le varie componenti della Triade umana comunicano fra loro. In questo caso il linguaggio simbolico-ideico della numerologia si fa portavoce di un significato archetipico inerente a un nodo che deve essere sciolto, sia a livello individuale che collettivo. Facciamo un esempio pratico: se da diverse generazioni ci sarà una ripetizione famigliare sempre su una singola data (come personalmente ho anche verificato analizzando il mio genosociogramma) questo indicherà che il simbolo del numero in questione ci darà le giuste indicazioni su come risolvere un problema della nostra psiche. Personalmente ho anche verificato che quando si acquisisce consapevolezza del messaggio superiore e risolviamo quel nodo scompaiono all’istante le ripetizioni di eventi in quel giorno preciso. Vuol dire che il messaggio di Anima è passato dall’inconscio arrivando alla parte conscia. Il nostro libero arbitrio farà tutto il resto.

Mi sono avvicinato alla sindrome degli antenati dopo aver scoperto delle ripetizioni sul mio albero genealogico. Sono arrivato persino a scoprire l’evento iniziale che mi causò non pochi problemi psichici e che ho descritto nel mio libro “La danza dei rubini colorati”. Ho compreso che per guarire è necessario lavorare sui Piani Superiori. Qui si trova il mondo della non-separazione attraverso cui si possono gestire le energie sempre in movimento nel fluido astrale. La psicogenealogia insegna che la consapevolezza è un’acquisizione collettiva anche se si lavora individualmente. È il gettarsi nella luce di Hesed, dell’amore compassionevole, della grazia, espressione superiore dell’amore terreno. Lo sguardo del Bodhisattva che guarda il mondo del divenire attraverso l’Occhio Divino. Proprio come accade in una costellazione famigliare di Bert Hellinger dove occorre mantenere il giusto equilibrio tra l’io e l’altro. Uscire dall’amore superiore significa approdare alla tirannia, al bigottismo e alla lotta senza fine. Dare spazio alla forza dell’azione e della distruzione di quel Marte che dev’essere utilizzato per un fine più alto. Nella Luce Astrale, nell’Ologramma Universale, è possibile leggere le immagini magnetizzate di un passato che possiamo, a nostro piacimento, modificare.

La psicogenealogia, dal mio punto di vista, dimostra due cose fondamentali: la prima è che nulla va perso della vita vissuta. Tutto si scrive e riscrive nell’Ologramma Universale. Quello che non è stato detto è importante come quello che è stato detto. I traumi, le fobie e le paure trasmigrano non solo da una vita all’altra ma anche da un’entità all’altra poiché rappresentano una mancanza di consapevolezza che deve essere acquisita per far evolvere la Coscienza. La seconda è che guarendo se stessi, si aiutano gli altri a guarire. Ancora una volta la consapevolezza è quella “polvere di proiezione” degli antichi alchimisti che si espande nel Grande Campo dove tutti gli individui sono connessi.

Come ultimo monito, forse cosa ancor più importante, la psicogenealogia invita a parlare e a rompere ogni segreto. Parlare per essere compresi è cosa molto importante invece che di rinchiudersi nel “Nulla” del Silenzio, perché nella parola risiede l’ultimo segreto del viaggio dell’Eroe: utilizzare il Verbo creatore. Parlare significa creare e rompere ogni cripta dissolvendo ogni fantasma. Tutto questo è necessario farlo ora, nell’istante presente, unica realtà reale dell’universo. Domani potrà essere troppo tardi soprattutto per chi desidera abbreviare il suo percorso evolutivo.


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