La Croce è il simbolo principale sulla quale si fonda tutta la cristianità. In realtà è un simbolo antichissimo che si ritrova, ben prima dell’avvento del cristianesimo, a Cnosso, a Creta, in Cina e nell’antico Egitto. È evidente quindi, come i cristiani lo abbiano preso in prestito per descrivere una storia religiosa che appare subito legata alle mitologie solari di tutto il mondo. Il simbolismo cristiano si servì della Croce di Cristo per controbilanciare la caduta mitica avvenuta nel giardino dell’Eden. Nelle lettere di Paolo, che sono i più antichi documenti cristiani che ci siano pervenuti e che appartengono a un periodo che va dal 51 al 64 d.C., il simbolismo della Croce come redenzione della Caduta dall’Albero era stato già prettamente definito.

Tutti i cristiani, entrando in una chiesa, si affidano al potere redentore della Croce per avere accesso a quella potenza superiore capace di purificare le loro anime perse nell’oblio della materia così da poter partecipare della gloria di quel Cristo risorto che aveva vinto il mondo morendo sulla Croce. In questo contesto, il cristiano decide di abdicare al proprio potere di “Uomo-Dio“, affidandosi a quella divinità che, a suo avviso, gli dona quell’energia che lui non ritiene di possedere. Quest’atteggiamento magico di sottomissione alle forze divine prende il via dalla falsa interpretazione del simbolo della Croce, manipolato appositamente dal potere religioso per controllare la coscienza umana e indirizzarla verso l’asservimento con l’assolvimento dei rituali religiosi.

Funziona in questa maniera l’energia magica di un simbolo che deriva il suo potere da ciò che noi consideriamo  sia il simbolo stesso. Costantino vinse la battaglia di Ponte Milvio grazie alla Croce (“In hoc signo vinces”) per costruire l’impero cristiano che doveva unificare in un unico culto tutte le tradizioni religiose passate. Oggi il cristiano che entra in chiesa facendosi il segno della Croce non ha minimamente idea che dietro quel segno ci sia la potenza della propria divinità creatrice, che nulla ha a che fare con quel Dio esterno al proprio Sé interiore. Si tratta della stessa potenza magica invocata dal Mago quando apre un rito con l’invocazione ai quattro punti cardinali. Mentre il Mago pone se stesso al centro del cerchio magico, nel punto d’unione degli assi le cui estremità toccano i quattro punti cardinali, in modo da poter risvegliare l’energia del centro, il credente cristiano è come se scattasse fuori da questo centro, rimanendo impigliato in una pesante energia di quadratura che lo lascia speranzoso solo in una futura redenzione divina.

Non è difficile, in tal senso, operare un cambio direzionale d’energia creativa per  acquisire quell’autoconoscenza che abbatterà tutte le barriere create sino a questo momento. Basta solo riuscire ad intravvedere il vero significato occulto che si nasconde dietro alla Croce cristiana per capire, in un solo istante, come millenni di falsità religiose abbiano imperato a danno dell’uomo stesso. In quel preciso istante l’uomo capirà il suo vero percorso evolutivo lontano dagli dèi parassiti.

La Croce cristiana, con le sue sfaccettature riscontrabili in tutte le altre tradizioni mitologiche del mondo, descrive perfettamente le fasi cosmogoniche dell’universo. Seguendo il discorso di Madame Blavatsky contenuto ne “La dottrina segreta ”, il simbolo che precede la croce è quello della circonferenza che rappresenta l’Unità primordiale antecedente alla creazione e, in senso più ampio, la Coscienza stessa nel momento in cui si manifesta nel mondo della virtualità. È il Kether dei cabalisti, punto di partenza virtuale di tutto l’universo olografico creato.

La prima differenziazione cosmogonica avviene quando al solo simbolo della circonferenza aggiungiamo il suo punto centrale. Nascono, seguendo sempre la cosmogonia dell’universo, le prime manifestazioni virtuali dell’universo, tuttavia ancora prive di dualità e che non rappresentano altro che, come scrive la Blavasky, “lo spazio potenziale entro lo spazio astratto”. In fisica quantistica potremmo dire che il disco con il punto sia, secondo gli studi del Dr. Corrado Malanga, la rappresentazione ideico-simbolica dell’onda quantica e della particella in cui l’onda (cerchio) è rappre-sentazione di qualcosa di cui si sa del suo esistere ma senza conoscere la sua localizzazione in quanto risulterebbe dappertutto; mentre la particella (punto) è la rappresentazione ideico-simbolica di una Coscienza che ha consapevolezza di sé nonché localizzata in un punto ben preciso. Nel primo caso, a livello umano, si ha coscienza di essere Tutto, nel secondo di essere Uno.

Con la terza fase inizia a crearsi quella che poi sarà la vera Croce. Il punto centrale del cerchio si trasforma in un diametro. È la prima differenziazione dualistica di ogni cosa proprio perché, in questo preciso istante, è nato il Cielo e la Terra, lo Spirito e la Materia, il Padre e la Madre, l’attivo e il passivo, lo Spirito e l’Anima, il maschile e il femminile. Quel diametro, nel mondo, non corrisponde altro che alla linea di orizzonte che separa il mondo in quei due principi opposti e complementari che corrispondono al livello interiore all’Anima e allo Spirito. È l’Ascendente collegato al Discendente della carta natale che suddivide il cielo interiore dell’individuo in due settori che descrivono, con il loro linguaggio simbolico, nell’ambito della personalità del singolo individuo, diverse modalità di manifestazione esterna: una centrata verso l’interno e l’altra verso l’esterno.

Ma per arrivare alla Croce occorre ancora un altro passaggio fondamentale. Non solo esiste un qualcosa che sta sopra e che sta sotto, ma anche qualcosa che sta a destra e a sinistra, il passato e futuro degli spazi di Pulver o le cose che nascono da una parte e le cose che tramontano dall’altra nell’ambito della decifrazione di un tema natale. Di conseguenza la successiva fase simbolica e frattale sta nel disegnare il diametro verticale del cerchio. Nel linguaggio astrologico non rappresenta altro che il meridiano della carta natale. Se, a questo punto, si sottrae il cerchio dalla croce così formata è evidente che avviene quello che all’inizio abbiamo affermato: la mitica caduta nella Materia. Tutto il simbolismo astrologico-esoterico descrive tutte le forze coscienziali, frazionate all’interno dell’individuo, con tali simboli geometrici. E’ possibile riscontrare questo a partire dall’Albero della Vita della Cabala ebraica sino ad arrivare al simbolismo planetario usato in astrologia.

È evidente, a questo punto, che la Croce cristiana sia un simbolo derivato da una conoscenza ancestrale divenuta occulta per ragioni di potere. Ma adesso è anche ben chiaro a quale potere reale noi possiamo accedere conoscendo il vero significato della Croce senza assolutamente stravolgere nulla della fiaba cattolica, ma analizzando soltanto la vera simbologia.

Cosa accade quando riponiamo nuovamente la circonferenza sulla croce? Come dice la Blavatsky stessa, ci ritroviamo in un “puro panteismo” di cui il cristianesimo è intriso, senza che nessun cristiano se ne renda conto.

La Coscienza, simboleggiata dal cerchio della corona di spine di Gesù Cristo, che non è altro che la prima sephirot dell’Albero della Vita cabalistico, ossia Kether (che si traduce guarda caso in corona), discende nella Materia (croce) per fare l’esperienza iniziatica nel mondo (la passione di Gesù Cristo), acquisire conoscenza di tutte le limitazioni possibili per poi ritornare Coscienza con la consapevolezza della separazione e della morte (resurrezione). È questo il vero significato originario del simbolo della Croce che i cristiani hanno utilizzato nel corso dei secoli e che ci viene tramandato dalla magia antica, dall’astrologia e da tutte quelle altre scienze esoteriche che rappresentano, nell’insieme, un’unica visione dell’uomo e dell’universo per come è stato realmente costruito.

Questa visione antica è stata ampiamente confermata da studi contemporanei. Il modello di descrizione dell’Universo denominato Evideon, elaborato dal Dr. Corrado Malanga, si basa sull’idea di un Universo frattale e olografico e descrive il cosmo proprio come avevano intuito gli antichi esoteristi: l’asse dell’Energia del modello evideonico rappresenta il meridiano della carta natale e l’asse del Tempo l’orizzonte del mondo nonché la linea che unisce l’ascendente con il discendente del tema natale. Al centro dell’intersezione degli assi vi è sempre quel punto di Coscienza che annulla tutta la ruota del divenire dei segni zodiacali. In quel punto ci siamo noi che osserviamo il mondo rivolti a sud, su quella croce cardinale dove abbiamo deciso di vivere entrando e percorrendo quel labirinto necessario alla comprensione di noi stessi.

Recuperare quel punto centrale, intersezione degli assi evideonici o degli assi orizzonte e meridiano, ci pone in un atteggiamento di dominio su noi stessi, molto più di un rito di magia cerimoniale in cui il mago che cerca l’energia del centro si lascia parassitare da entità occulte. Nel vero significato archetipico della Croce, lontano dagli infingimenti dettati dai vari credi religiosi, la direzione dell’energia all’interno dell’Uomo ha subito un cambio opposto di direzione. Nell’interpretazione cristiana della Croce, il fedele dona la sua energia divina a Dio perché lo redima dai peccati commessi. Nella vera e antica simbologia mitologica-esoterica che abbiamo appena descritto, l’Uomo recupera una Via iniziatica che aveva dimenticato. Prende coscienza che egli stesso, incarnandosi, ha scelto di inchiodarsi sull’orizzonte e sul meridiano del mondo per entrare nel labirinto dell’unica e irripetibile vita “localizzata” in quel particolare “contenitore d’esperienza” ( il corpo ), per poi acquisire coscienza reintegrandosi e ritornando ad essere egli stesso Coscienza, ossia Dio stesso. Ecco che il mistero dell’incarnazione è stato pienamente svelato.

L’Uomo con Anima, il Dio disceso, ha accettato il percorso nella materia densa. Ne consegue che deve sottostare alle regole della materia. Questa è un’altra sfaccettatura del significato della crocifissione. Ha una valenza alchemica e astrologica. Nel momento in cui tutte le forze della natura, con i quattro elementi, con i flussi energetici dei pianeti nel cielo  “entangled” con quelli dei pianeti interiori, e tutte le altre forze cosmiche hanno forgiato l’uomo nella sua “qualità” individuale, tale qualità apparterrà all’individuo per tutta la vita. Gesù Cristo scende dalla Croce soltanto dopo la morte e, in termini astrologici, potremmo dire che la “qualità di vita” (D.Rudyard) rappresentata dal segno zodiacale ci accompagna per tutto il resto della vita. Essendo noi stessi Dio possiamo cambiare ciò che vogliamo modificando, strada facendo, ciò che ci appare come retaggio del passato e aprendoci alle forze simbolicamente rappresentate, in astrologia, dai pianeti progressi, ma non possiamo mutare la nostra qualità di base derivata dall’unione delle forze cosmiche presenti al momento della nostra nascita. Tale momento è rappresentato dal Sole nel segno zodiacale. Il Cristo s’inchioda perché egli stesso ha scelto la sua passione. Noi stessi abbiamo scelto la nostra Croce, di scendere al livello più basso della materia per poi risalire verso l’integrazione della Coscienza con la Materia. Partire da Malkuth, la caverna oscura dove sorgerà la luce che ci porterà verso Tiphereth, il Cristo in croce, l’Uomo con Anima che accetta l’esperienza terrena ma nello stesso tempo giace al centro dell’Albero della Vita per integrare tutte le forze duali della natura, sotto il continuo flusso della Coscienza della Corona.

Una tale conoscenza va al di là di tutto l’aspetto esoterico legato alle religioni, centri di potere persuasivo e bloccante. La Croce che abbiamo appena esaminato è dentro di noi e la Coscienza che sta al centro è quella luce che farà scomparire la Croce stessa nel momento in cui non avremo più bisogno di scendere a fare l’esperienza dell’autoconoscenza.


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